REMEMBERING MICHAEL JACKSON GHOSTS IN CANNES 1997

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REMEMBERING MICHAEL JACKSON GHOSTS IN CANNES 1997

Messaggio da [MICHAEL] » 8 maggio 2023, 14:09

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MICHAEL JACKSON IN CANNES 1997
(8 MAGGIO 1997 - GHOSTS EUROPEAN PREMIERE)


Salire la "gradinata delle stelle" era un po' come lasciare un'impronta sotto il Teatro Cinese di Hollywood, come conquistarsi un piccolo posto nella storia anche se quei riflettori non erano certo li per noi ma ti illuminavano per caso mentre procedevi instabile tra fotografi e curiosi. Durante i giorni del Festival, Cannes sembrava impazzita e le sue strade un vero inferno. Solo la presenza di Michael Jackson aveva finito per convincerci a finire tra quelle vie, piene di automobili ad ogni ora, costretti a fare la fila per entrare in un bar, camminare su marciapiedi trafficati come autostrade e sostare ore sotto il sole di maggio di fronte a qualsiasi albergo di lusso che valesse la pena essere visitato. Si sentivano le urla in lontananza della folla sotto l'immenso Carlton Hotel mentre migliaia di persone avevano nel frattempo ridotto una rigogliosa aiuola fiorita antistante in una sconfortante distesa di terra arata dalla smania di chiunque di vedere meglio, di curiosare alla ricerca di una star qualunque da applaudire.

Perché a Cannes si gridava e si faceva il tifo per chiunque fosse apparso almeno una volta sul grande o piccolo schermo. La scena era sempre la stessa, e forse il caldo del periodo la rendeva ancora piu' estenuante del solito. Centinaia di ragazzi avevano affrontato le difficoltà e la stanchezza pur di assistere ad un saluto dalla finestra di un qualunque personaggio famoso. Figuriamoci cosa si sarebbe scatenato all'arrivo di uno dei piu' famosi, il nostro Michael.

Il re del pop era arrivato il 7 di maggio a notte inoltrata da Cleveland dove, solo il giorno prima, era stato introdotto insieme ai fratelli nella "Rock and Roll Hall Of Fame" in una toccante cerimonia presieduta dall'amica Diana Ross. Aveva abilmente depistato chiunque entrando in albergo da una porta secondaria e il giorno seguente si era concesso un'unica breve uscita, probabilmente ancora stanco della lunga traversata. Niente a che vedere con le altre occasioni nelle quali il cantante aveva spesso giocato con i suoi sostenitori e fatto shopping in più occasioni. Ragazzi esausti e cotti dal sole del mese di maggio avevano fatto i conti con i prezzi della città durante i giorni del Festival ma tutti avrebbero fatto carte false pur di essere sul posto a dare il benvenuto al cantante sulla Croisette.

Per noi di Michaelmania era stata un'occasione importante. Eravamo li, fortunatamente non troppo distanti dai confini italiani, perché in quei giorni si sarebbe tenuta l'anteprima europea dello shortfilm "Ghosts", diretto dal regista pluri premiato Academy Awards, Stan Winston e che avrebbe avuto, come ospite in sala, Michael Jackson in persona. Avremmo potuto disertare ad un'occasione del genere? Anche perché nelle settimane precedenti avevamo avuto la possibilità di riuscire ad avere alcuni biglietti per lo spettacolo che avrebbe avuto Michael come protagonista, pardon, il suo shortfilm. Una chance unica ed irripetibile poter assistere alla proiezione di un videoclip del re del pop con lui in sala, se ce la fossimo lasciata sfuggire non ce la saremmo mai perdonata.

Avevamo così preparato il viaggio, fortunatamente non lunghissimo, piuttosto in fretta e arrivati sul posto avevamo fin da subito incontrato le altre realtà jacksoniane e trascorso l'intero pomeriggio con i leader dei piu' importanti fan club europei nell'attesa che ci venissero consegnati i biglietti per la proiezione. Avevamo saputo il giorno prima di poter contare su qualche ingresso in piu' ma a sole 48 ore dalla partenza si era dimostrata una vera impresa trovare alcuni intrepidi soci a cui offrire l'occasione, ma soprattutto trovare fans disposti a spostarsi su due piedi per un'avventura si elettrizzante ma decisamente improvvisa e sicuramente stancante. Non c'era stato certo molto preavviso ma non sarebbe capitato tutti i giorni di assistere ad un evento del genere e soprattutto di ritrovarsi al cinema con il proprio idolo seduto in sala insieme ai suoi fans.

L'evento sarebbe iniziato alla mezzanotte dell'8 maggio. Avevamo cercato in ogni modo di darci un tono dopo una giornata passata per la strada e sotto l'hotel del cantante, prima di dirigerci verso la famosa scalinata rossa con un certo orgoglio, ed eravamo entrati in quell'immenso cinema addobbato da splendidi fiori come per le migliori occasioni, come si sarebbe fatto per le serate più importanti. All'interno alcune centinaia di fans attendevamo come noi l'inizio della proiezione con il sottofondo dell'ultimo lavoro del re del pop, "Blood On The dance Floor".

Nel frattempo fuori, Michael arrivava accolto dalle urla dei fans rimasti all'esterno e dai flash di centinaia di fotografi, insieme alle inseparabili guardie del corpo, Yannick e Wayne, al manager Tarak Ben Ammar e al regista Stan Winston. In completo nero, strass di gemme sulla spalla destra, capelli raccolti e un'aria regale che non gli si vedeva da tempo era riuscito a farsi largo a fatica tra la folla in delirio. Aveva salutato e si era concesso ai fotografi ufficiali del Festival prima di infilarsi nello stretto corridoio che lo avrebbe portato in sala ad assistere alla proiezione. All'interno, lo stesso clima trovato appena un attimo prima con, anche qui, paparazzi appostati ovunque e la sicurezza che avrebbe sudato sette camicie per difendere l'incolumità del cantante e dei suoi ospiti.

Una volta giunto in sala l'ovazione dei presenti aveva coperto qualsiasi cosa. I più fortunati e chi aveva potuto, si era precipitato nelle vicinanze, la maggior parte aveva preferito non perdere il proprio posto visto l'imminenza della proiezione. Il re del pop si era seduto insieme ai suoi ospiti e lo spettacolo aveva potuto iniziare interrotto solamente dalle urla dei piu' agitati ad ogni inquadratura che riprendesse l'artista in primo piano. Ci si sarebbe forse aspettati una breve dichiarazione o una piccola presentazione, ma si sa, Michael non era tipo di tante parole e così il minifilm "Ghosts" aveva inizio. Di questo nuovo videoclip se ne era parlato tanto, soprattutto all'estero, da noi in Italia la cosa era stata invece praticamente snobbata e tutti ci auguravamo che una premiere europea di quel genere, e cosi vicina a noi, servisse a risollevare l'attenzione sull'ultimo capolavoro di Jackson.

Ghosts si presentava come un vero e proprio minifilm. Diretto dal famosissimo Stan Winston, prodotto da Stan, Michael stesso e David Nicksay, scritto dal re del pop e dal maestro dell'orrore Stephen King, aveva una durata di 38 minuti, ben oltre i normali videoclip in circolazione e per questo difficilmente piazzabile in un mercato, quello dei videoclip, abituato a vedere storie di qualche minuto. In realtà in Ghosts Michael aveva avuto la possibilità di ribadire il suo amore per il cinema dimostrando di essere, oltre che uno stupefacente ballerino, anche un ottimo attore.

La pellicola infatti lo vedeva protagonista in toto di tutta la storia nel vero senso della parola. Michael per questo shortfilm aveva fatto le cose in grande e impersonato tutti i ruoli principali, l'artista incompreso e il sindaco della piccola "normal town", così come si era sottoposto ad ore di trucco per assumere le sembianze terrificanti dei demoni presenti nella casa. Il tutto condito da balletti mozzafiato ed effetti visivi all'avanguardia. Il messaggio che il re del pop aveva voluto far passare era in realtà lo stesso da anni, ribadire ancora una volta come i più piccoli, i bambini, sapessero distinguere, spesso meglio degli adulti, il bene dal male, come accettassero con più facilità il diverso da loro di quanto potessero fare i loro stessi genitori troppo turbati dalle apparenze e meno avvezzi a tener conto della sostanza.

Ne usciva così un capolavoro narrativo di 38 minuti molto spesso autobiografico. Michael, artista solitario e domiciliato in un vecchio castello riceveva la visita del sindaco della città insieme ad una delegazione di genitori preoccupati che i loro figli ascoltassero troppo e rimanessero troppo turbati dalle storie fantastiche di questo strano personaggio. All'invito sprezzante del sindaco a lasciare la comunità, l'artista rispondeva con una sfida, se fosse riuscito a spaventarlo con le sue storie sarebbe potuto restare, altrimenti avrebbe dovuto lasciare il paese. Ne seguiva un gioco di scherzi e burle che in realtà non faceva altro che attirare le simpatie di tutti, bambini e adulti, verso quel personaggio tanto strano ma del tutto innocuo. E così si scopriva di essersi divertiti e non spaventati in presenza dell'artista e quanto fossero ridicole le pretese di allontanare una persona tanto speciale. Una morale palese e una storia non tanto distante da quella realmente vissuta da Michael sulla propria pelle per molti anni. Lui, quello considerato strano, attaccato ai bambini da un amore sincero e per nulla pericoloso, era spesso stato vittima di maldicenze e giudizi superficiali che ne avevano minato l'immagine e la credibilità agli occhi della gente.

Così come nel videoclip, anche nella vita reale, erano stati quasi sempre i più piccoli ad affezionarsi a quel cantante un po' eccentrico, a vederlo con occhio privo di pregiudizi, ad accettarlo per quello che realmente fosse e senza secondi fini. Come nella vita, così anche nello shortfilm, Michael giocava con la sua faccia, con la sua voce, con il corpo, nel tentativo di piacere ed essere accettato dagli altri in una continua esibizione attraverso alcune delle sue migliori coreografie di sempre. E alla fine riusciva a spuntarla, eccentrico si, ma non pazzo, divertente si, ma mai pericoloso.

Il tempo di abituarsi alle larghe e comode poltrone di una delle più belle sale del Festival di Cannes che la proiezione era giunta al termine. Michael si era alzato dalla sua sedia, aveva salutato i presenti, preso le ovazioni finali dei fans e si era diretto nuovamente all'esterno con tutto il seguito di ospiti e guardie del corpo. Ad attenderlo fuori il caos di fotografi e fans in attesa dall'inizio della proiezione e che, in quest'ultma occasione di poter vedere il re del pop da vicino, avevano abbandonato il savoir faire tipico di una platea del Festival di Cannes buttandosi nella mischia nella speranza di uno scatto ravvicinato. Un atteggiamento che aveva indispettito la sicurezza presente lungo tutto il cammino che Michael avrebbe percorso prima di sparire dentro l'abitacolo dell'auto di lusso che l'avrebbe riportato al Carlton Hotel e che avrebbe riservato ai piu' un trattamento decisamente poco amichevole.

Alle quattro del mattino Cannes era ancora sveglia, e noi anche, l'eccitazione tutta intorno ancora palpabile, quasi quanto la stanchezza. Una volta rientrato il cantante, ai quattro angoli del lussuoso hotel vedevamo gli ultimi coraggiosi sistemati alla meglio nei loro sacchi a pelo in attesa che facesse giorno per poter dare l'ultimo saluto alla star mentre un parcheggio sotterraneo poco distante si trasformava per noi nella situazione ideale per schiacciare un pisolino fino al mattino all'interno della nostra macchina. Il giorno successivo, sia noi che Michael, avremmo lasciato la Croisette soddisfatti, ma soprattutto sicuri che di li a poco più di un mese avremmo potuto rivederlo a Milano sul palco dello stadio di S.Siro, nell'unico spettacolo italiano dell'HIStory World Tour.

Daniele/MMi 8)
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