5 MAGGIO 2023 - RICORDANDO NEVERLAND

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[MICHAEL]
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5 MAGGIO 2023 - RICORDANDO NEVERLAND

Messaggio da [MICHAEL] » 4 maggio 2023, 22:59

5 MAGGIO 2005 - NEVERLAND
18 anni fa, oggi, entravamo a Neverland. Lasciamo il nostro ricordo alle immagini di un indimenticabile viaggio.
Un'avventura straordinaria che ci ha portato in America a sostegno del re del pop quando ne aveva più bisogno, durante il processo
del 2005. Un van bianco diventato celebre, un van bianco del quale Michael si fidava. Tanto da invitarci a Neverland.
Un sogno per tutti noi. 8) cryb


NEVERLAND


Un sogno che per 13 fan italiani, il 5 maggio del 2005, è finalmente diventato realtà: ecco cosa succede varcando quel cancello.

Per molti poteva sembrare solo un lontano miraggio, per altri addirittura una follia anche solo pensarci. Invece all'improvviso qualcosa è accaduto. I cancelli di Neverland si sono apertiquasi qualcuno avesse ascoltato le preghiere silenziosedi quel gruppetto di fan che, attraverso l'Oceano, inseguivano un sogno. Welcome To Neverland.

Neverland è il posto più incantevole sulla faccia della terra. Non può essere paragonato a Disneyland o a qualunque altro parco, perché a Neverland ogni angolo ti ricorda Michael, il suo modi di sentire e vedere le cose. C'è un pezzetto di lui in ogni statua, in ogni quadro appeso alle pareti, tutto la rappresenta e ne rappresenta la forza e la determinazione, la dolcezza e la grazia, l'amore per i bambini, per la musica, per il mondo delle fiabe, ma anche per l'arte, la pittura, le statue, le cose belle.

Cose belle per gli occhie e per il cuore che ti danno calma e ti mettono in pace con il mondo. Neverland è Michael Jackson e ogni fan dovrebbe avere, almeno una volta nella vita, la possibilità di entrare in quel mondo per poter veramente comprendere davvero chi lui sia. Non basta averlo visto nei filmati, aver visto le fotografie. Quando sei a Neverland tutto prende un'altra dimensione: la musica, le luci, gli odori, tutto che si mescola e ti fa dimenticare il mondo che c'è fuori e solo se lo vivi ne comprendi in fondo il significato.

Superata la ripida salita che oltrepassa la collina, si scende fino ad un grande parcheggio esterno al parco e la prima visione fantastica è la cancellata dorata. Sulla sinistra una grande lastra che raffigura Michael attorniato da decine di bambini e la scritta "Neverland" in cima al cancello è azzurra con una luce bianca che scorre come se fosse attraversata da una scossa di magia. Poi il cancello si apre, lento, solenne, ricorda un po', per chi l'ha visto, quello di Graceland, la casa di Elvis Presley, la stessa imponenza, il medesimo sfarzo, ma con in più quel tocco di innocenza che Michael sa dare a tutte le cose. Passiamo la cancellata esntuasiasti e timorosi, sembra quasi di profanare un posto troppo bello per essere invaso dal nostro incontenibile estusiasmo. La prima sosta è in una piccola casetta adiacente la ferrovia. Dai vetri illuminati si scorgono i famosi "manichini" tanto precisi nei dettagli da sembrare reali. Sono in realtà statue, statue bellissime ed eleganti, sono ovunque e si mescolano a noi servendoci del the, offrendo cioccolatini su vassoi d'argento, scrutando con noi i quadri appesi alle pareti. Anche loro sembrano aspettare qualcosa, o forse solo darci il benvenuto, farci intuire che da li in poi niente sarà più come nel mondo che c'è fuori. Un enorme tappeto con il simbolo di Neverland occupa tutto il pavimento della stanza e splendidi quadri di Michael e dei bambini riempiono le pareti. Attorno c'è uno strano odore ed è la prima cosa che notiamo tutti, un misto di cannella, legno fresco e vaniglia, un profumo che ri rimane addosso e che trovi poi nel teatro, nella sala giochi, nella stazione. Non si capisce da dove venga, ma è talmente buono che vorresti non smattere mai di sentirlo. E' semplicemente il profumo di Neverland.

Arriva il trenino e comincia l'avventura attraverso il parco. Ormai si è fatto buio, le lucine sulle piante e sui sentieri sono le uniche a non farti perdere l'orientamento. I vagoni avanzano e ti rendi conto di quanto sia immensa la tenuta. Passiamo lo zoo (troppo buio per lasciarci scorgere molto in realtà), il villaggio indiano, costeggiamo il laghetto con i cigni e le splendide statue di un gruppo di bambini che fanno il girotondo, tanto naturali nella loro posa che con il buio della sera sembra quasi di vederli muovere davvero. Facciamo una brave sosta e ne approfittiamo per scendere. Corriamo verso piccole fontanelle, tutti hanno lo stesso pensiero: bere l'acqua di Neverland. Ma ahimé sono chiuse e occorre accontentarsi di una breve sosta sulle panchine, pensando a chissà quante volte Michael si sia seduto li da solo, o con gli amici più fidati, oppure, viene da pensare, con gli amici diaboloci che poi l'hanno tradito in modo così meschino.

E' il momento di continuare il viaggio e tutti riprendono posto sul trenino. Attraversiamo una grande radura ed ecco spuntare in fondo le luci del luna park. Proprio come ce lo immaginavamo: la ruota panoramica, gli elefantini illuminati, tutte le altre giostre, per grandi e piccoli. E proprio li vicino, c'è la splendida casa sull'albero, quella che abbiamo ammirato in tante immagini. Ce l'aspettavamo forse più grande, ma certo non così bella come appare questa notte. Perché a Neverland, per i fans e per il bambini, tutto è più bello che altrove. Ci fermiamo e procediamo a piedi verso il teatro. Difficile riconoscerlo dall'esterno, non si differenzia molto dalle guestahouse sparse per tutto il parco. Pochi gradini e... eccoci in un nuovo mondo.

Il pavivmento è ricoperto da moquette. Ancora quel profumo, che ti stordisce e ti fa pensare a Michael, ancora una volta. Un grande bancone illuminato che offre gelati, dolci, bibite e popcorn, un vero paese dei balocchi che deve aver fatto la gioia di chissà quanti bambini prima di noi, che per una sera ci fa sentire piccoli piccoli tanto da spingerci ad approfittare di quelle leccornie, anche se non nascondiamo un po' di imbarazzo all'idea che sia Michael ad offrirle. Qualche popcorn cade a terra, tutti hanno l'istinto di raccoglierlo per non danneggiare quello splendore, così come ci si sente imbarazzati nel sapere di avere le scarpe bagnate rischiando di sporcare u luogo tanto pulito e splendido. Ma a Neverland nessuno ti riprende per questo, l'unica preoccupazione deve essere quella di "enjoy the place", Ed è ciò che facciamo.

Nelle bacheche appese alle pareti, statue della Disney meccanizzate rendono tutto ancora più irreale. Cenerentola accanto alla carrozza, con la fatina che la guarda e agita la sua bacchetta. Tutto è movimento, suono, magia, in fondo sulla destra lo splendido modellino di ET, l'originale di Rambaldi, che ti guarda con i suoi grandi occhioni, e ancora più in la un'enorme statua di Pinocchio. Sulla destra un bagno che molti prendono d'assalto anche se più per curiosità che per reale bisogno. La voglia e il bisogno di vedere tutto, di fotografare con gli occhi e con il cuore tutto quello che ci circonda e che resterà uno dei ricordi più incantevoli della nostra vita. E anche nei bagni c'è la musica, musica classica, colonne sonore della Disney che non smettono mai di suonare per non farti sentire mai solo.

A sinistra si accede al Teatro vero e proprio. Il soffitto è molto più alto di come ce lo aspettassimo, le poltrone di velluto larghe e spaziose. Kerry ci fa notare le vetrate con i letti destinate ai piccoli malati che, senza alzarsi, possono vedere i film e seguire le prime visioni proiettate proprio come i loro piccoli amici più fortunati, fanno sulle larghe poltrone. Lungo il corridoio che costeggia il palco notiamo due macchine-giocattolo, una jeep tutta rosa e una Ferrari, che come ci viene confermato, sono state lasciate li dai figli di Michael. Stralci di vita quotidiana destinati a passare inosservati se non si pensasse che è la vita quotidiana di Michael Jackson, il nostro idolo-amico, e che siamo li, tra le pareti in cui lo abbiamo visto parlare con Oprah Winfrey tanti anni fa e, più recentemente, con Martin Bashir, scene a cui è difficile pensare in giornate così dure, i cui la gioia si mescola all'amarezza di un processo così atroce ancora in corso. Mangiamo gelati, popcorn serviti con gentilezza e cortesia da Kerry e da un giovane inserviente di Neverland che dispensa dolci e sorrisi. Chiedo con un po' di imbarazzo un altro "Twix" per placare la fame di una giornata completamente a digiuno e l'inserviente risponde con un sorriso "Non c'è nessun problema. Qui a Neverland puoi prendere ciò che vuoi".

Lasciamo il mondo dorato del teatro portando con noi qualche pezzetto di quel tempio sascro, penne, block notes con l'inconfondibile marchio, su cui si avventano tutti come se si trattasse di vere reliquie. Riprendiamo il nostro giro e ci avviamo verso la stazione dell'orologio. E' immansa, è bellissima. Ai lati delle due scalinate che portano al suo interno, spelendide strutture meccanizzate di farfalle e personaggi in movimento contornate da lucine che sotto una pioggerellina ormai piuttosto fitta scricchiolano mescolando il loro suono meccanico alla continua melodia in sottofondo nei viali.

E poi i grandi libri in pietra, con incisi i pensieri di Michael, anche questi un po' corrosi dal tempo e dalle pioggie... li accarezzo piano in quell'atmosfera irreale, passo il dito sulle lettere in rilievo e penso a lui, a dove sarà in quel momento e a come starà, se avrà perso completamente la speranza o riuscirà a sentire un po' della forza, che, tutti noi, cerchiamo di trasmettergli da li, da "casa". Non più "home", ma "house" aveva detto dopo che 70 poliziotti avevano profanato, distrutto, sporcato l'isola che non c'è. Ma per noi, il regno di Neverland è ancora molto di più di una semplice abitazione. All'interno della stazione è in atto una battaglia tra Peter Pan e il perfido Uncino; duellano sulle nostre teste in bilico su una trave di legno e Peter è destinato a vincere, perché non c'è fiaba al mondo che non finisca con il bene che trionfa sul male. Come sta accadendo ora a Michael, attaccato dal perfido "Sneddon-Hook", ancora una volta ferito, ma destinato a vincere, esultare, tornare trionfante dai suoi bimbi sperduti.

E ancora dolci, caramelle, cioccolatini offerti da manichini ospitali e garbati, che ti guardano con occhi sgranati e ti tengono compagnia ovunque vai, come angeli custodi di porcellana. Colori e arte, arte e magia, magia e già in fondo al cuore una nota di tristezza nel sapere che i minuti da trascorrere in quel mondo irreale scorrono veloci come la sabbia in una clessidra. un grande albero di Natale alto fino al soffitto riempie la stanza e sembra fermare il tempoin quella strana notte di inizio maggio. Ma gli orologi invece sono dappertutto, grandi, piccoli, anche loro pezzi di storia e di arte.

Usciamo e la musica ci accompagna ancora. Ma noi siamo in silenzio. Ci guardiamo appena perché a stento tratteniamo le lacrime, ma quegli sguardi veloci sono complici e profondi, perché solo noi possiamo capire e sentire le cose allo stesso modo, scopaiono contrasti, nervosismo, stanchezza. Entriamo in un'altra casa e veniamo travolti da luci e frastuono: è la sala giochi di Michael, quella di cui si è tanto parlato in questa terribile vicenda. Ma tutto è in realtà lontano anni luce da ciò che viene descritto in quelle infanganti descrizioni, tutto invece composto e pulito, nell'aspetto e nell'anima. Giochi di ogni tipo e ancora una volta il legno con quel profumo inconfondibile. Il profumo di Peter Pan, della valle delle sirene, della polvere di fata e dei pensieri felici. Il profumo di Michael e della sua casa, delle sue promesse, della sua forza e di tante debolezze, il profumo dei suoi bambini, della sua mamma, forte ed elegante come mai ci saremmo aspettati, il profumo della talete che è in ogni viale e colora tutto di arancione e giallo, il profumo di foglie, della musica, della poesia, il profumo della nostra dedizione per lui e del suo amore per la vita, nonostante tutto.

Lascio un pezzetto del mio cuore passando davanti alla Main House, con le luci accese ad ogni finestra. Si vede la sala, i lussuosi mobili in legno scuro, si vedono i quadri che vestono le pareti con un'eleganza che pensavamo solo europea ma che lui, nonostante lo sfarzo, ha saputo mantenere grazie al gusto per le cose belle. E per rendere tutto ancora più difficile c'è ancora quella musica, dolce e malinconica, che ci accompagna sul ponticello (su cui Michael camminava un tempo con Ryan White) verso il risveglio da quel sogno. Ci allontaniamo, le luci si fanno più piccole. "Il Gobbo di Notre Dame" risuona in lontananza. E' la nostra ultima sera li, l'ultima nel meraviglioso mondo di Neverland, l'ultima in California, almeno per ora.

Michael ci ha permesso di entrare in punta di piedi nel suo mondo. E non c'è una sola senzazione provata quella notte che nel tempo andrà perduta. La vità andrà avanti, per noi, per lui. Perché il 13 Giugno 2005 Michael sconfiggerà ancora una volta i terribili pirati. E potrà tornare a casa libero, innocente, come è sempre ststo agli occhi di chi sa leggere così profondamente nei suoi. Per chi come noi e lui ancora crede nelle favole e volesse raggiungere Neverland, la strada è facile: seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino: li abitano Michael Jackson, il suo cuore e i nostri pensieri felici.

Daniele/MMi 8) :-(
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Re: 5 MAGGIO 2023 - RICORDANDO NEVERLAND

Messaggio da Goofy » 5 maggio 2023, 19:52

Non sono mai riuscita a trovare le parole per raccontare quell'esperienza, ogni volta che ci ho provato non era mai abbastanza.
Sono passati 18 anni e sono successe tante cose da quel giorno ma sembra sempre ieri.
Goofy

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