REMEMBERING MICHAEL JACKSON IN MONTECARLO 1996

Il posto migliore dove mettere in discussione il re del pop, opinioni e dibattiti su tutto quello che riguarda Michael Jackson, la sua arte e la sua vita privata, insomma qualunque cosa lo riguardi, qui ne puoi parlare.
Rispondi
Avatar utente
[MICHAEL]
Site Admin
Site Admin
Messaggi: 9973
Iscritto il: 10 luglio 2006, 15:59
Contatta:

REMEMBERING MICHAEL JACKSON IN MONTECARLO 1996

Messaggio da [MICHAEL] » 8 maggio 2023, 15:18

REMEMBERING THE WORLD MUSIC AWARDS 1996
👉 MJ Forum: Forum Michaelmania - ✌️ Instagram: Profilo Instagram ufficiale
🤟 Moonwalkers: Gruppo Telegram Moonwalkers

Nel 1996 Michael fu artefice di una memorabile edizione che gli consegnò ben 5 premi.
- Artista più venduto di tutti i tempi
- Artista americano più venduto nel mondo
- Artista Pop più venduto dell'anno
- Artista R&B più venduto nel mondo
- Thriller Album più venduto di tutti i tempi


. MONTECARLO 1996

Un fan di Michael Jackson poteva trascorrere tutta la vita sognando che presto o tardi qualcosa sarebbe successo, una stretta di mano, uno sguardo, un sorriso. Difficilmente ci si aspettava di più da un incontro con il re del pop anche perché tra lui e i suoi fans esisteva un legame così profondo che non sarebbero servite troppe parole per creare un'intesa. E poi quando lui era li ad un passo, ci si accorgeva come l'emozione fosse talmente forte da non riuscire a pensare e ti rendevi conto che studiare le frasi adatte per quelle circostanze non era servito a niente. Anche perché, in quel di Montecarlo, ai World Music Awards, Michael avrebbe ancora una volta regalato un sogno ai suoi fans.

Alcuni giorni prima della nostra partenza ci era giunta conferma che Michael sarebbe atterrato all'aeroporto di Nizza, intorno alle 20.30. Puntuali ed emozionati come ad ogni viaggio a caccia del re del pop raggiungevamo l'aeroporto nel primo pomeriggio e ci stabilivamo li fino a tarda serata. Prima catastrofica sorpresa, di Michael neanche l'ombra. Affiancavamo un paio di fans francesi arrampicati sulla cinta di metallo che circondava la zona di atterraggio, anche loro con il morale a terra e ben poche speranze ormai. L'avventura non avrebbe potuto iniziare peggio.

Stremati, ma determinati, abbandonavamo l'idea di assistere all'arrivo in aeroporto e ci dirigevamo verso il vicino Principato di Monaco nella speranza, una volta sul posto, di riuscire a far luce su quanto successo. A Montecarlo trovavamo qualche gruppetto di fans ma la cosa non ci aveva più di tanto insospettito, in pochi avevano saputo che Michael potesse arrivare proprio quel giorno. C'era insomma tutto il tempo di organizzarsi, entrare all'Hotel De Paris, il lussuoso albergo che ancora una volta l'avrebbe ospitato e riuscire ad avere qualche informazione in più. Utopia purtroppo, visto che nessuno pareva essere disposto a rivelare qualcosa al riguardo, ovunque bocche cucite.

Fortunatamente incontravamo nella hall Bob Jones, Vice presidente MJJ Productions, più loquace e gentile del previsto. Michael sarebbe arrivato solamente il giorno dopo perché aveva preferito non prendere l'aereo a causa del cattivo tempo. Poco male, avevamo pensato, ci saremmo rifatti l'indomani, stavolta però aspettandolo direttamente sotto l'albergo.

E la mattina del 5 maggio il clima si presentava decisamente cambiato. Arrivavamo di buon ora nella piazzetta antistante l'Hotel De Paris che già si stava riempiendo di fans provenienti da tutta Europa. Vedevamo nuovamente Bob Jones uscire intorno all'ora di pranzo probabilmente diretto verso lo Sporting Club, luogo dello spettacolo, e rientrare solamente nel tardo pomeriggio, segno che Michael sarebbe arrivato, con ogni probabilità, solo alla sera. Ad attenderlo, un'accoglienza veramente fuori dal comune visto ormai le diverse centinaia di fans radunati all'esterno dell'albergo. Probabilmente troppi per l'esigua sicurezza presente sul posto che, una volta sistemate le transenne, aveva richiesto l'aiuto del personale di un resort vicino per riuscire a contenere tutto quell'entusiasmo.

21.40, arrivava il momento. Un gruppo di Mercedes scure riempiva in un attimo la piazza davanti all'ingresso dell'albergo, Michael, insieme alle sue guardie del corpo, scendeva dalla macchina, mascherina nera sul viso, ma occhi che tradivano la felicità e la sorpresa di trovarsi di fronte ad un'accoglienza così entusiasta e numerosa. Contravvenendo ad ogni protocollo, il re del pop si avventurava all'improvviso in una manovra pericolosa andando incontro ai suoi sostenitori. In un attimo era il caos, transenne divelte, che non erano riuscite a contenere le centinaia di persone poco prima calmissime, e fotografi e cameramen tutti intorno al cantante alla ricerca di uno scatto. La sicurezza aveva dovuto lavorare non poco per riuscire a strapparlo alla gente e portarlo in salvo verso l'entrata. Una volta al sicuro e fuori portata, ai fans non rimaneva che spostarsi sul lato dell'edificio in modo da riuscire a scorgere, all'ottavo piano, il terrazzo della sua suite. Il re del pop, come in un rito ormai ampiamente collaudato, si faceva attendere solo qualche minuto prima di affacciarvisi e salutare, per la gioia di quanti l'avevano aspettato per ore. Certo il buio della sera e l'altezza, avrebbero permesso solo di scorgere la minuta sagoma di Michael, ma per dormire sonni tranquilli, ai fans sarebbe bastato.

Il giorno seguente il sole splendeva su Montecarlo e fin dalla mattina, dopo colazione, eravamo piazzati all'esterno dell'albergo in una giornata che si sarebbe rivelata lunga e stancante. Bob Jones era uscito fin dall'ora di pranzo scansando i reporter e Michael si era concesso solo dopo le 14.00 sempre sul terrazzo dell'ottavo piano. La sua camicia rossa si stagliava sull'azzurro del cielo e Jackson ne aveva approfittato per giocare con noi sotto, salvo poi coprirsi non appena i paparazzi, oramai capita l'antifona, facessero capolino spacciandosi per sostenitori, in realtà in cerca solamente di uno scatto rubato.

Poche ore dopo nel piazzale, le transenne erano pronte da diverso tempo, tutto faceva presagire che il re del pop sarebbe uscito per andare alle prove allo Sporting Club e così in effetti era avvenuto. In un attimo stavolta, le porte delle Mercedes parcheggiate si aprivano e il cantante ci spariva dentro nonostante l'assalto dei fans e la caccia sfrenata dei cameramen presenti. Era quello il momento di una delle cose piu' divertenti ma anche piu' pericolose che potessero avvenire per le stradine tortuose del Principato. Le automobili che procedevano lentamente e i fans tutt'attorno che le inseguivano nel vano tentativo di strappare un saluto, una corsa che sarebbe comunque finita pochi chilometri piu' avanti all'ingresso dello Sporting dove, un paio di energumeni, avrebbero controllato i pass di ogni persona accreditata ad accedere e rimandato indietro gli altri.

La sera sarebbe stata altrettanto avara di soddisfazioni perché Michael sarebbe rientrato soltanto dopo molte ore e avrebbe preso subito la via dell'ingresso in hotel una volta sceso dalla vettura che lo trasportava. Unica concessione, il consueto saluto serale dal terrazzo dell'ottavo piano.

L'indomani, visto che la mattinata non sembrava riservare sorprese e la calma tutt'attorno all'albergo, ne approfittavamo sbrigando le pratiche per ritirare i nostri pass in previsione di una possibile conferenza stampa prevista per il mattino seguente. Nel frattempo molte altre star internazionali avevano, quantomeno, la possibilità di farsi notare e di destare la curiosità dei più in attesa che succedesse qualcosa di più interessante, almeno per noi. Avevamo così avvicinato Celine Dion, Valeria Mazza, Maria Grazia Cucinotta e persino Jermaine era arrivato nel Principato, forse per lavorare al progetto che gli stava a cuore da tempo, quello di tornare a lavorare insieme al fratello in una reunion con i Jacksons. Un sogno, pensavamo noi fans, che non si sarebbe mai realizzato.

Nei vari uffici all'interno dell'Hotel De Paris scoprivamo Bob Jones seduto nella hall, ne avevamo approfittato per scambiare due chiacchiere e farci fare una dedica sul retro di una cartolina, ovviamente jacksoniana. L'attesa per tutti si sarebbe protratta fino alle 16.00 quando il cantante sarebbe uscito accolto dall'immancabile scorta nel piazzale antistante. Subito era scattato l'inseguimento dei fans per le vie del Principato convinti che l'artista fosse diretto nuovamente allo Sporting Club. In realtà Michael aveva un'altra cosa in mente, un po' di sano shopping. E i piu' fortunati, contando sul fatto che molti avessero sbagliato direzione, se lo sarebbero trovati all'ingresso e all'uscita di una piccola libreria monegasca, "Les Beaux Livres", poco distante. In quell'occasione Michael aveva comperato alcuni libri di fotografie e subito dopo era rientrato in albergo. Un uscita di poco più di un'ora che gli aveva consentito di rientrare piuttosto tranquillamente visto che nessuno si sarebbe mai aspettato un ritorno alla base tanto repentino.

Jackson, ci avevano confidato gli addetti alla sicurezza, sarebbe in realtà uscito ancora intorno alle 19.00. In quell'occasione i fans avevano avuto il tempo di prepararsi ad incitare il loro idolo. Puntuale, era riapparso sulle scale davanti all'ingresso scatenando ancora una volta l'entusiasmo dei presenti e concedendo ai più intraprendenti di avvicinarlo. Due ragazze erano riuscite a superare le transenne, eludere la sicurezza e buttarsi sul cofano della Mercedes in partenza urlando e piangendo disperatamente. Michael era rimasto per un attimo davanti a loro, e noi, vicini a lui, avevamo potuto notare il suo sguardo un po' spaventato e profondamente triste, per una situazione non certo facile da sostenere in ogni occasione. Meno comprensivi di lui erano stati gli uomini della sicurezza che, senza tanti complimenti, avevano letteralmente sollevato di peso le due sfortunate allontanandole, invitando poi il cantante a salire in macchina, prima che la situazione potesse degenerare.

La cena era durata poco più di un'ora e mezza, e già intorno alle 21.00 si preparava il tutto per il grande rientro. Avevamo allora messo via la macchina fotografica perchè decisi a goderci la scena dall'interno dell'hotel e dopo una rapida ispezione ci eravamo accorti che un paio di fans francesi e qualche italiana erano riusciti ad entrare in albergo nonostante il servizio d'ordine fosse diventato decisamente piu' severo in proposito. Per nascondersi si erano tutti sistemati sulla prima rampa di scale, passaggio obbligato per il re del pop per riuscire a raggiungere l'ascensore.
Quello che in realtà non potevano sapere è che il ritardo di Jackson nell'entrare fosse dovuto al fatto che nel frattempo stesse salutando e regalando autografi ai fans assiepati all'esterno dell'edificio. Il cantante in quell'occasione sembrava anche essere più tollerante con i fotografi permettendo loro di scattare a più non posso in modo da garantirsi le prime pagine dei giornali dell'indomani, fatidico giorno dei World Music Awards.

Una volta rientrato nella hall le scene di isterismo non erano state da meno, Jackson, dapprima aveva rallentato il suo passo per leggere alcuni cartelloni e sentire i fans intonare le prime note di "You Are Not Alone", poi si era dovuto arrendere all'isterismo generale e agli strattoni della sicurezza che tentava, non senza difficoltà, di portarlo al sicuro sull'ascensore. Nel caos Michael rimediava un graffio sulla fronte opera di un fan forse un po' troppo focoso, episodio che in realtà, il re del pop aveva subito dimenticato concedendosi, una volta arrivato all'ottavo piano, dal terrazzo per il consueto saluto serale. Questa volta a farne le spese erano state le fodere dei cuscini dell'albergo, riempite di petali di rosa e buttate di sotto con messaggi autografi nei quali si chiedeva più rispetto per tutti i bambini del mondo, un argomento molto caro al cantante e del quale piu' volte i suoi fans erano stati testimoni ed ambasciatori al tempo stesso.

Il mattino dell'8 Maggio la giornata si presentava nuvolosa e i pochi supporters presenti attorno all'Hotel avevano convinto il re del pop ad affacciarsi dall'alto soltanto una volta. In realtà sapevamo tutti come il giorno delle esibizioni o di qualche concerto, fosse il momento meno indicato per incontri o uscite. Tutto sarebbe ruotato intorno allo spettacolo e anche i fotografi avevano mollato la presa e si erano diretti in massa verso lo Sporting Club in attesa dell'arrivo delle stars. Nel frattempo la conferenza stampa paventata qualche giorno prima era saltata ma avevamo comunque deciso di sfruttare i nostri pass per attendere l'arrivo di Michael da dietro le quinte. Il cantante avrebbe concesso una passerella ai fotografi prima della prova costumi. In questo contesto in realtà il tempo sembrava non passare mai, eravamo si circondati da modelle, attori, musicisti, tutti diretti al party organizzato per loro al "Bar Des Artists" ma bisognava però ammettere che senza il calore dei fans l'atmosfera che si sarebbe creata all'arrivo di Michael non sarebbe stata la stessa cosa provata fino a qualche ora prima.

Ricordo ancora i fotografi delle grandi agenzie che ci guardavano con diffidenza e curiosità, soprattutto nell'accorgersi che restavamo tranquillamente seduti a goderci l'arrivo di Naomi Campbell, Alberto Tomba, Sean Lennon, mentre loro, per lavoro, si affannavano alla ricerca dello scatto migliore. "Chissà cosa staranno aspettando" sono convinto avessero pensato. A noi non interessavano in realtà gli altri, eravamo li per Michael e i nostri scatti sarebbero stati solo per lui.

Bob Jones faceva il suo ingresso intorno alle 13.00 e venti minuti dopo circa arrivava Diana Ross, tanto gentile con la stampa al punto da concedere anche una breve intervista. Dopo le 14.30 si era diffusa la notizia che Michael avesse lasciato l'albergo per la prima volta utilizzando l'uscita di servizio. Il suo arrivo sarebbe quindi stato prossimo. E ce ne eravamo accorti subito perché la sicurezza sarebbe aumentata di li a poco in modo esponenziale e un tappeto rosso sarebbe stato sistemato lungo tutto il vialetto che portava all'ingresso dello Sporting Club in attesa del suo arrivo.

Che avveniva di li a poco. Michael, camicia rossa, mascherina nera e pantaloni scuri si presentava circondato da almeno una decina di persone, rallentava un po' il passo proprio di fronte ai fotografi, qualche gesto di saluto con la mano e spariva all'interno dello Sporting. Il tutto era durato non più di trenta secondi. Un tempo infinito per chi come noi non aspettava altro, un po' meno forse per i fotografi appostati da ore che forse avrebbero preferito che il cantante si fosse fermato per qualche parola e la possibilità di scatti migliori. Ma si sapeva, il feeling di Jackson con i reporter non era certo dei migliori, e la sua proverbiale timidezza non veniva certo incontro a questo tipo di situazioni.

Poche ore dopo e il re del pop rientrava in albergo per una veloce cena e i preparativi per la serata che l'avrebbe visto come protagonista assoluto. I World Music Awards quest'anno lo avrebbero premiato per ben cinque volte, come "World's best selling pop male artist", "World's best selling R&B male artist", "World's best selling male recording artist", World's best selling american male artist" e come "World's best selling album of all time" per l'album Thriller. Nessuno era riuscito mai a fare tanto a Montecarlo. Senza contare il fatto che avrebbe dovuto esibirsi nella sua "Earth Song".

Alle 20.00 tutto era pronto, la stragrande maggioranza dei fans aveva raggiunto la Places Du Larvotto, una spiaggia poco distante nella quale erano stati montati due maxi schermi per dar modo a tutti di godersi lo spettacolo in diretta. E lo show era stato veramente grandioso. L'ultimo ricordo che avevamo di Michael on stage era quello dei British Awards del febbraio scorso. In quell'occasione Michael aveva presentato "Earth Song" al pubblico inglese e tra lo sconcerto generale il leader del gruppo dei Pulp, Jarvis Cocker, poi allontanato, aveva protestato platealmente durante l'esibizione ritenuta, a suo giudizio, troppo mistica e per questo quasi blasfema. Michael, al termine della canzone apriva le braccia e veniva raggiunto da bambini di tutte le razze in una rappresentazione considerata troppo "religiosa", come se il cantante paragonasse se stesso a Gesù. La canzone, che in realtà nascondeva un profondo senso umanitario ed ambientalista, passava quindi in secondo piano lasciando il posto al gossip delle settimane successive.

A Montecarlo, come se non fossero bastate quelle polemiche, Michael aveva preparato la stessa canzone e la stessa esibizione, stavolta per un pubblico, si sperava, più pacato o quantomento più educato. Il copione era rimasto identico a quello dei passati British Awards, Jackson, stavolta in camicia bianca e pantaloni neri, era uscito da un globo terrestre semovente piazzato in fondo al piccolo palco dello Sporting Club, ma già dalle prime note si sarebbe intuito che l'esibizione inglese sarebbe rimasta solo un lontano ricordo.

I primi passi del cantante in Earth Song coinvolgevano i fans in adorazione all'interno dello Sporting ma anche il pubblico, curioso di poter vedere all'opera il re del pop dopo tanto chiasso nei giorni della sua presenza a Montecarlo. La canzone, nonostante il playback, restava una delle più belle dell'album e forse una delle piu' difficili da interpretare. La prima impressione infatti era che al king of pop il palco stesse un po' stretto, nonostante tutto i suoi movimenti erano riusciti a stupire la platea anche questa volta. Dentro decine di fans in lacrime, fuori, sulla spiaggia di fronte ai grandi schermi, migliaia di ragazzi in delirio per il loro idolo. Ma evidenemente la cosa non sarebbe bastata a Michael perché sullo sfumare della canzone aveva iniziato a cantare dal vivo coinvolgendo come non mai i presenti, toccati e commossi per il messaggio di aiuto e al tempo stesso di speranza che dalle note di Earth Song chiunque avrebbe potuto ascoltare.

Come ai vecchi British Awards la performance terminava con un'unione di bambini di razze diverse intorno al re del pop, alle spalle un mondo ideale, quello che sarebbe valsa la pena salvare prima che fosse troppo tardi. Poi il buio in sala e lo scrosciare degli applausi di tutti i presenti. Michael aveva fatto centro ancora una volta nonostante avesse chiesto di provare una seconda volta l'esibizione. Durante la sua prima performance c'era stato qualche problema tecnico e il cantante, non soddisfatto, aveva chiesto e ottenuto di far avvicinare i fans al palco e poter ripetere il tutto. Il risultato era stata una performance coi fiocchi.

La presenza dell'artista non si era notata solo durante Earth Song, ma per tutto lo show. Avevamo registrato la simpatica lamentela di Bo Derek che, in una delle sue presentazioni, si era lamentata perché nessuno fosse riuscito a chiudere occhio nei giorni precedenti in hotel grazie ai fans assiepati all'esterno, così come era stato divertente vedere il re del pop, in occasione della consegna di uno degli awards da parte della Principessa Stephanie di Monaco, chiederle se potesse alzargli il microfono non riuscendoci in un primo tempo da solo.

Non erano poi mancati gli attestati di stima plateali come quello del gruppo svedese degli "Ace Of Base", che dopo aver ritirato il loro premio dichiaravano tra gli applausi di essere anche loro dei fans, o il divertente e a tratti commovente saluto "sulle ginocchia" dell'amica di sempre Diana Ross, che durante la sua performance aveva fatto arrossire il cantante seduto in prima fila. Uno spettacolo, quello dei World Music Awards, che era riuscito appieno nel promuovere e premiare l'attività del nostro idolo rimandandolo a casa con ben cinque prestigiosi premi.

Ed era con questi in mano che Michael era tornato in hotel quasi all'una di notte dove, nel frattempo, tutti i fans si erano raccolti di ritorno dalla spiaggia del Larvotto. Il tempo di entrare, far ruotare la porta girevole dell'Hotel De Paris e il re del pop era nuovamente fuori in mezzo alla sua gente. Radioso e senza mascherina, con i cinque premi in mano alzati in segno di vittoria e tra le urla delle centinaia di fans che oramai lo avevano raggiunto e assediato dai flash dei fotografi. Avevamo capito subito che Michael avrebbe voluto festeggiare i premi con noi. E aveva fatto di tutto per farlo capire firmando autografi, avvicinando i più intraprendenti alla scalinata d'ingresso, stringendo mani e regalando saluti e sorrisi a tutti. E tra i tanti c'eravamo anche noi di Michaelmania. Avevamo tenuto in mano fino a sera le ultime due copie del nostro magazine che ci erano rimaste per questo viaggio e, approfittando della confusione, eravamo riusciti a salire i gradini dell'entrata portandoci a ridosso del re del pop. Anna arrivava di fronte a Michael, la sicurezza tentava di intervenire ma avendo capito che non avremmo creato problemi aveva lasciato perdere. E cosi' ci eravamo trovati a due passi da lui, anche se in quel momento aveva lo sguardo lontano sulla folla ma fortunati abbastanza da richiamare la sua attenzione con le nostre riviste, una con lui e il suo amico Marcel Marceau in copertina. Anna gliele aveva mostrate entrambe ed incuriosito Mike aveva preso i giornali e aveva ringraziato per la particolarità di quella foto che probabilmente gli ricordava la sua amicizia con il famoso mimo francese. Era cosi che lo lasciavamo andare, protetto dalle guardie del corpo e con i nostri giornali sotto braccio, fantasticando poi di come in camera avesse potuto leggere la nostra dedica: "Michael, thanks for your great performances. We'll love you forever. Michaelmania Int."

Passata la baraonda jacksoniana i fans iniziavano a disperdersi, salutarsi e darsi appuntamento ad altre occasioni, mentre arrivavano in hotel anche i Reali, il Principe Alberto e la Principessa Stephanie, ospiti di un grande ricevimento organizzato nel lussuosissimo ristorante. Loro diretti nel salotto buono del Principato, noi verso il rientro nella vicina Italia, contenti e soddisfatti per aver ancora una volta constatato quanto fosse possibile sognare ad occhi aperti insieme al nostro Michael.

Daniele/MMi
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.

Rispondi